Ernesto Stassano (1859-1922)

Il cinque maggio 1922 moriva, a soli sessantatré anni, Ernesto Stassano, al quale la scienza italiana deve il vanto del primato nella elettrosiderurgia. La sua invenzione del forno elettrico risale al 1898.

Dopo che le vicende industriali, specie del periodo bellico, hanno arricchito molti di coloro che sulle orme di Stassano avevano fatti impianti elettrosiderurgici in gran parte del mondo, Ernesto Stassano è morto povero, lottando per strappare ancora dei fondi che dovevano servire non ai suoi bisogni materiali – ché non ne aveva – ma alle sue ricerche ed alle sue esperienze, che erano il suo sogno, il suo grande dolore e la sua più grande gioia insieme.

Ernesto Stassano era capace di rinunziare a qualunque affare, a qualunque compenso quando la sua coscienza di tecnico si ribellava.

Egli vedeva nella elettrosiderurgia il mezzo di affrancare il nostro paese dai rifornimenti stranieri e preconizzava tutte le applicazioni possibili della elettricità in sostituzione del carbone: in linea subordinata l’utilizzazione razionale dei combustibili in conformità dei nostri speciali bisogni. Chi lo ha inteso inveire con vero accento di dolore ogni volta che vedeva dense volute di fumo sprigionarsi dai camini in funzione, sa davvero quale fosse il suo sentimento.

Nei suoi ultimi anni di vita – preoccupato di ottenere il massimo possibile rendimento alla gassificazione e nello stesso tempo di poter fornire il combustibile gassoso per i trattamenti termici ove occorre la fiamma – si era dato a studiare un gassogeno termoelettrico, che aveva potuto realizzare in grande scala per l’aiuto fornitogli da un gruppo di industriali napoletani e dal quale aveva in montaggio un modello perfezionato in base ai dati raccolti in una prima serie di esperienze.

Nel contempo si occupava di studi per la eliminazione delle ceneri dai combustibili poveri ed in ispecie dalle nostre ligniti. La morte lo ha colto in pieno fervore di opere ed in piena lotta per procurarsi i mezzi di lavoro; gli intervalli di tempo che gli restavano dalle sue esperienze, il povero Stassano – che l’asma spesso immobilizzava – dedicava al lavoro di tavolino per studiare e calcolare. E scriveva lungamente con ordine e chiarezza ammirevoli, sviluppando ogni calcolo, ogni idea con un metodo tutto suo particolare e che modestamente egli attribuiva alla sua scarsa dottrina.

Tutto questo materiale avrebbe dovuto servirgli a presentare e discutere sotto forma nuova il problema dei trattamenti termici, nel libro che egli sperava di scrivere sul tema “Carbone bianco e carbone nero” e che avrebbe dovuto essere il suo testamento scientifico.

Dopo la morte dei figli, il secondo dei quali egli aveva perduto a trent’anni quando, già laureato ingegnere, si apprestava a divenire valido collaboratore del padre, egli ha finito solo la sua esistenza travagliata. In tarda età, quando avrebbe potuto raccogliere il premio del lungo e penoso lavoro, aveva fatto decadere i suoi brevetti sul forno elettrico, per ricominciare il lavoro sul gassogeno termoelettrico.

Egli concepiva il forno elettrico come un apparecchio di precisione che si potesse eseguire con matematica esattezza qualunque dosaggio e però non volle rinunciare al suo tipo perfettamente chiuso, anche quando durante la guerra – col capovolgersi di tutti i valori economici – il forno elettrico prettamente termico diventava realmente e proficuamente applicabile in siderurgia. Diceva negli ultimi tempi che il suo gassogeno termoelettrico avrebbe sostituito in molte cose il vecchio forno elettrico e per tale motivo arrivava persino a sconsigliare l’applicazione a quelli che andavano a chiedergliene. Pensava di riservare al forno elettrico, che studiava ancora di modificare, solo la preparazione di acciai speciali a dosaggi di precisione. Molte volte la sua scrupolosa ed eccessiva intransigenza fu la causa del suo insuccesso pratico; ma come uomo e come scienziato egli desta grande ammirazione e rispetto.

Ernesto Stassano non va confuso col francese Henri Stassano, inventore, negli anni 20 del Novecento, del sistema, detto “stassanizzazione” di sterilizzazione del latte per rapidissimo riscaldamento (pochi secondi) a circa 75°C.

http://www.chimica.unipd.it/gianfranco.scorrano/pubblica/lachimicaitaliana1919-28.pdf