L’evoluzione del Disegno Tecnico, dal blueprint alla realtà virtuale

Premessa

Che cosa hanno in comune il carro graffito sulle rupi della Val Camonica e la navetta spaziale di figura 1, attraverso i 2500 anni che li separano? Rappresentazioni grafiche entrambe, hanno come obiettivo la trasmissione di un’informazione, sfruttando la capacità di percezione visiva dell’uomo. L’immagine è infatti un metodo immediato di comunicazione, sia essa la striscia colorata che nella figura rappresenta la variazione di temperatura, sia la testa bovina che attraverso tante rielaborazioni non riconosciamo più nella lettera A, ma che ci ricorda come anche la scrittura sia una forma di disegno. La rappresentazione grafica procede in realtà lungo due strade parallele, una che si basa su immagini realistiche o tendenti a rappresentare la realtà come appare ai nostri occhi , l’altra che operando attraverso convenzioni e simboli vuole trasmettere indicazioni, finalizzate a diversi scopi. Il disegno tecnico si pone su questo binario. Come la scrittura a livello più generale, nel settore della tecnica il disegno tecnico ha rappresentato la più potente estensione del cervello umano ed il mezzo che ha consentito la trasmissione e la conservazione del sapere nei suoi aspetti costruttivi. Per ottenere questo risultato sono state elaborate nei secoli tecniche e regole, collegate allo sviluppo delle esigenze progettuali alle quali il disegno fa fronte. Tali regole in realtà hanno reso il disegno tecnico ben lontano dall’essere, come spesso si dice, un «linguaggio universale», definizione che si può applicare a ragione al disegno figurativo (a parte le varianti «dialettali» derivanti da variabili geografiche e cronologiche)…

In allegato il testo integrale.