Per Alberto Magnaghi. Presentazione del dossier
Ho avuto l’occasione di conoscere Alberto Magnaghi solo dodici anni fa, a Brescia. Del resto i nostri itinerari culturali e politici erano stati diversi, non solo per una certa distanza generazionale.
Magnaghi l’avevamo invitato ad intervenire in un ciclo di conferenze nella primavera del 2012 promosso dall’Associazione Ripensare il mondo e dalla Fondazione Luigi Micheletti nell’ambito delle iniziative in vista della terza Conferenza internazionale sulla decrescita per la sostenibilità ecologica e l’equità sociale, prevista a Venezia dal 19 al 23 settembre. Agli altri incontri di quel mirabile ciclo, intitolato Oltre lo spreco, per una cittadinanza diversa, parteciparono Domenico Finiguerra, Vezio De Lucia e Serge Latouche. Magnaghi, nel suo intervento del 27 aprile sul tema Il Manifesto dei territorialisti: che cos’è, illustrò da par suo il percorso che aveva dato vita alla Società dei Territorialisti/e di cui quel Manifesto dell’anno prima era una tappa significativa (https://www.societadeiterritorialisti.it).
La relazione si trova in rete e consiglio vivamente di vederla, soprattutto a chi non ha avuto la fortuna di conoscere di persona Alberto (https://www.youtube.com/watch?v=EGufhhLADHs).
Per me fu un’autentica folgorazione e anche una fonte di rassicurazione. L’anno prima avevo pubblicato una ricerca, caldeggiata con insistenza dal mio maestro Giorgio Nebbia, Autarchia verde, che aveva sollevato reazioni contrastanti, anche perché si occupava di un periodo particolarmente oscuro della storia nazionale, gli anni Trenta. Tuttavia, quell’esperienza, depurata dal contesto fascista, proponeva “per necessità” molti dei temi che ritrovavo nella relazione di Alberto. Al termine gli feci dono del libro, cui seguì, dopo un po’, un inaspettato apprezzamento.
Da allora ho sempre cercato di porre attenzione allo straordinario e originale lavoro di Alberto e della sua Società dei territorialisti/e. E sono particolarmente soddisfatto di ospitare nella nostra rivista questo dossier con alcuni interventi che, credo, restituiscano pienamente il valore e la statura di questo grande uomo di cultura e nel contempo di impegno sociale e politico, che ci ha lasciato il 21 settembre dell’anno scorso.
Debbo ringraziare in particolare Anna Marson per il prezioso aiuto nel costruire questo dossier.