Un almanacco francese sulla storia delle lotte e dei movimenti ambientali
Anne-Claude Ambroise-Rendu, Steve Hagimont, Charles-François Mathis, Alexis Vrignon, Une histoire des luttes pour l’environnement. 18e-20e trois siècles de débats et de combats, Paris, Textuel, 2021.
Ci si sono messi in sette – tre istituzioni, una curatrice e tre curatori – a costruire questo bell’almanacco storico.
Le tre istituzioni rappresentano bene la miscela che da una decina d’anni permette in Francia la collaborazione tra ricerca accademica, militanza ambientalista, animazione culturale ed elaborazione intellettuale. Oltre al Centre national du livre l’opera è stata promossa infatti dall’Association pour l’histoire de la protection de la nature et de l’environnement, dinamico punto d’incontro di ricerca accademica, ricerca militante e salvaguardia di archivi, dal Centre d’histoire culturelle des sociétés contemporaines dell’università di Versailles-Saint-Quentin-Yvelines/Paris Saclay e dall’organizzazione ambientalista Youth for climate France, di recentissima formazione.
A curare l’opera è stato chiamato un gruppo di lavoro qualificato e ben assortito composto da Anne-Claude Ambroise-Rendu, Charles-François Mathis e Alexis Vrignon che mette insieme competenze nei campi della storia dei conflitti ambientali, dell’impatto ambientale e sociale del turismo e dell’ambientalismo sia in Francia che nei paesi anglosassoni.
L’ambizione non era piccola: raccontare trecento anni di vertenze e di lotte ambientali non solo in Francia ma in tutto il mondo attraverso un confronto sistematico tra rapide schede tematiche e immagini: un argomento, due o tre grandi immagini a colori. Ne è venuta fuori una storia avvincente e chiara in 100 schede, resa ancor più piacevole e intellegibile dalla presenza delle 250 illustrazioni, spesso a tutta pagina. A fare da cornice e da filo conduttore, una presentazione e delle conclusioni dense e impegnate ma al tempo stesso concise e chiare, più quattro di introduzioni ai quattro periodi in cui è suddivisa la storia: metà Settecento-fine Ottocento (“contestare nel secolo del progresso”), 1900-1967 (“le lotte ambientali di fronte al flusso e al riflusso della modernità”), 1967-1979 (“la svolta ambientale”) e 1979-1999 (“difendere il pianeta nell’epoca dello sviluppo sostenibile”).
Tra i tanti, Une histoire des luttes pour l’environnement ha in particolare tre grandi pregi.
Il primo è che pur avendo un necessario occhio di riguardo per le vicende francesi non è un libro francocentrico. Il nascere e lo svilupparsi della consapevolezza ambientale, l’emergere di una cultura e di una progettualità ambientalista e il moltiplicarsi delle vertenze sono raccontati sempre nella loro dimensione transnazionale e, da un certo periodo in poi, planetaria anche quando le schede sono di argomento strettamente francese. Schede che, peraltro, sono una minoranza.
Il secondo pregio è quello della lucidità politica. Nelle opere accademiche il distanziamento scientifico rischia di produrre alla lunga indifferenza morale e forme di vera e propria miopia. In molte delle opere che si trovano in bella mostra nelle librerie è invece l’ossequio – talvolta involontario – al greenwash a rendere meno acuto e tagliente lo sguardo. Niente di tutto questo in un’opera come Une histoire des luttes, che per quanto senza ambizioni di approfondimento teorico fa un racconto disincantato e aspro dei rapporti tra movimenti, aspirazioni collettive, progetti di cambiamento e risposte carenti o mancanti, quando non ostili, da parte delle istituzioni, anche negli ultimi cinquant’anni, che dovrebbero essere quelli dell’esplosione dell’“ecologia”.
Il terzo pregio è quello della sveltezza e piacevolezza, sin dalla formula scheda tematica-immagini. Ne risulta una lettura rigorosa ma al tempo stesso esemplare dal punto di vista divulgativo, senza fronzoli né compiacimenti intellettuali, senza esercitazioni erudite. Un’opera pensata per essere essenzialmente utile, per dare una buona informazione di base e per mobilitare o aiutare le mobilitazioni esistenti senza cedere alla retorica o alla consolazione.
Un’eccellente lettura introduttiva, quindi, che può diventare un viatico prezioso alla storia dell’ambientalismo e ai conflitti ambientali per chiunque ma soprattutto per giovani – native/i digitali e quindi particolarmente attenti alla sintesi e alla capacità comunicativa delle immagini – e magari una tappa per procedere verso racconti più approfonditi e complessi come ad esempio quelli di John McNeill o di Joachim Radkau.
Un libro che sarebbe da tradurre e pubblicare anche tale e quale, senza cioè correggerne la maggior focalizzazione sulle vicende francesi.