Un interessante archivio per la storia del movimento ambientalista: l’archivio Renzo Videsott (1944-1973)

La figura di Renzo Videsott (Trento 1904-Torino 1974) è strettamente legata al salvataggio del parco nazionale del Gran Paradiso, il più antico dei parchi italiani, di cui fu direttore per un quarto di secolo, dal 1944 al 1969, attuando una vigorosa opera di riorganizzazione e dotando lo stesso di autonomia amministrativa. Libero docente alla cattedra di patologia e clinica medica veterinaria, Videsott iniziò ad interesarsi della protezione dello stambecco nel 1943 durante la seconda guerra mondiale. Nel 1944 venne nominato commissario straordinario del parco nazionale del Gran Paradiso. Tre anni dopo riuscì a fare approvare dal Parlamento la legge per la costituzione dell’Ente Autonomo Parco Nazionale Gran Paradiso. Mediante severe norme protettive e grazie ad un’incessante lotta contro il braconaggio il numero degli stambecchi, che nel 1945 si era ridotto ad appena 419, superò dopo pochi anni i 3000, salvando questa specie dall’estinzione.

Nel giugno 1948 Videsott fu promotore del Movimento Italiano per la Protezione della Natura, la prima associazione protezionistica sorta in Italia nel dopoguerra, e nell’ottobre dello stesso anno partecipò a Fontainebleu alla fondazione dell’Union Internationale pour la Protection de la Nature, di cui è stato componente del consiglio direttivo dal 1948 al 1952. Nel 1970 venne chiamato alla presidenza della sezione nazionale del Cipu – Consiglio internazionale per la degli uccelli.

Dotato di personalità carismatica, Renzo Videsott è da considerarsi senza dubbio uno dei più importanti pionieri del movimento ambientalista italiano sia per la frenetica attività svolta direttamente sul territorio sia per l’intensa opera di proselitismo e diffusione del concetto di tutela della natura attraverso scritti scientifici e di divulgazione.

L’Archivio di Renzo Videsott, che custodisce le carte personali del naturalista per tutto il periodo della sua vita spesa a favore della tutela della natura (1944-1973),è attualmente custodito con cura a Torino presso l’abitazione privata degli eredi, la figlia Cecilia Videsott Rastel Bogin ed il nipote Carlo Rastel Bogin.

Esso contiene alcune parti riguardanti più direttamente il parco del Gran Paradiso (di particolare interesse sono le carte relative al periodo dell’immediato salvataggio del parco, dal ‘44 al ‘46) ed altre più strettamente connesse alla nascita ed agli sviluppi dell’azione del Movimento italiano protezione natura.

Qui di seguito si fornisce una sommaria descrizione della documentazione ivi contenuta.

Lettere 1,5 faldoni per anno = ca. 45 faldoni per un totale di circa mille lettere classificate e ordinate in ordine cronologico. Esiste una rubrica con un ordine per nome del ricevente

Quaderni 8 quaderni (1944-1953: riportano appunti, brevi annotazioni, promemoria ma anche relazioni (prevalentemente dei viaggi affrontati a Roma). Riportano giudizi, spesso anche taglienti, su politici, funzionari ministeriali, guardaparco; ma sono presenti anche descrizioni della natura ed in particolare della fauna del parco. Sono una miniera di informazioni, anche se purtroppo confusa e frammentata.

Relazioni 1 scatola contenente le relazioni più importanti redatte da Videsott nel periodo in cui fu direttore del parco

Pubblicazioni di Videsott 2 faldoni

Ritagli di giornali che parlano di Videsott 1 faldone. Si tratta di una rassegna stampa riguardante l’attività di Videsott nel campo della protezione della natura

Studi (sui tetraonidi e altro)1 scatola sui tetraonidi; 2 scatole su altre ricerche e studi

Riviste 1 pila. Contiene riviste sciolte, tutte commentate minutamente a mano da Videsott

Depliants 1 scatola contenente depliants sui parchi nazionali di tutto il mondo, prevalentemente statunitensi

Archivio fotografico  40 contenitori di diapositive contenenti diapositive e provini sulle cacce allo stambecco all’interno del parco e 1 scatola di fotografie varie

L’associazione Stoà-associazione per la storia e gli studi sull’ambientalismo sta ora elaborando un progetto che porterebbe copia microfilmata di tutta la documentazione nella sede del Parco Nazionale del Gran Paradiso, sede naturale per questo tipo di prezioso materiale, a beneficio di tutti gli studiosi contemporanei e futuri.