Virginio Bettini, amico, grande studioso e generoso militante, ci ha lasciato il 21 settembre 2020

L’inattesa scomparsa di Virginio Bettini ci ha profondamente colpito, anche perché ha interrotto traumaticamente e definitivamente una feconda relazione che avevamo da pochi giorni riavviato. Aveva saputo, da una sua vicina ed amica, Laura Tussi, che avevamo pubblicato un numero monografico di “Altronovecento” interamente dedicato a Giorgio Nebbia e gli doleva di non aver potuto scrivere nulla per quello che considerava, oltre ad un grande amico, uno dei padri nobili dell’ecologismo italiano. Così ci ha fatto pervenire la sua testimonianza, che qui pubblichiamo con una nota di presentazione appunto di Laura Tussi e di Fabrizio Cracolici, e che mi ha sollecitato anche a riprendere con Virginio contatti interrotti alcuni anni fa, dopo che era andato in pensione dalla Iuav. A quell’epoca, ci eravamo trovati a pranzo, presente anche Pier Paolo Poggio, per proporgli di collaborare con la Fondazione Micheletti, di darci una mano in particolare per il progetto industria e ambiente. Ma Virginio aveva voglia di staccare, prendersi una pausa, percorrere la via Francigena, ci disse. Non se ne fece nulla e perdemmo i contatti. Non potevo, quindi, non precipitarmi a chiamarlo al telefono per ringraziarlo del bel ricordo di Nebbia e per proporgli di riprendere con noi una qualche collaborazione. Mi si aprì il cuore alla sua risposta: “Dimmi di che cosa volete che tratti”. Aggiunsi che avevamo in programma un numero sul 1970, anno cruciale della “primavera ecologica”, e concordammo che si sarebbe subito messo al lavoro. Una settimana dopo mi chiamò Laura Tussi per comunicarmi la terribile notizia: la notte prima Virginio ci aveva lasciato.

Siamo stati cotretti, quindi, a ristrutturare il numero così come l’avevamo programmato, decidendo di dedicare la sezione persone interamente a Virgino Bettini e riservandoci, però di tornare sulla sua figura e sulla sua opera, in maniera più estesa e approfondita in un numero successivo.

Innanzitutto abbiamo colmato il vuoto del suo mancato contributo sul tema centrale di questo numero, il 1970, pubblicando nella sezione documenti un suo saggio scritto proprio in quell’anno. Inoltre, sempre per quel periodo in qualche modo pionieristico, ospitiamo in questa sezione, l’intervista che gli aveva fatto Elena Davigo, il 22 ottobre 2011, e le testimonianze di Andrea Poggio e di Gianni Tamino.

Pubblichiamo inoltre un’intervista a Virginio Bettini di Alessandro Marescotti e Laura Tussi di Peacelink del 30 ottobre 2014 e segnaliamo il link della registrazione video di una sua relazione, Paesaggio bene comune, tenuta il 12 aprile 2013 a Brescia, per l’Associazione Ripensare il mondo, fondata, tra gli altri, da Laura Novati:http://www.ripensareilmondo.it/iniziative_130412.php .

Quest’ultimo documento ci sembra particolarmente significativo per chi non l’ha conosciuto personalmente perché permette di apprezzarne dal vivo l’umanità e la straordinaria passione civile.

Luigi Piccioni ha quindi curato una bio-bibliografia che dà conto della vasta opera e della poderosa produzione di Virginio Bettini.

Ci permettiamo, infine, un’ultima considerazione. Virginio Bettini ha sicuramente lasciato un importante e ricco deposito di carte, che non solo non dovrebbe andare disperso, ma anzi valorizzato e reso disponibile ai ricercatori. Come Fondazione Luigi Micheletti siamo interessati a questa opera: il suo Fondo, peraltro, andrebbe ad affiancarsi a quelli di coloro che lui considerava i suoi grandi amici e “compagni di ventura”, Giorgio Nebbia e Laura Conti, interamente versati alla Fondazione ed in gran parte già catalogati e resi accessibili, insieme a decine di altri fondi di esponenti dell’ambientalismo.