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Dichiarazione sull’istituzione di un Nuovo Ordine Economico Internazionale (1974)

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Noi, membri delle Nazioni Unite,

Avendo convocato una sessione speciale dell’Assemblea Generale per studiare per la prima volta i problemi delle materie prime e dello sviluppo e per considerare le più importanti questioni economiche che la comunità internazionale si trova ad affrontare,

Tenendo presente lo spirito, gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite per promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli

Proclamiamo solennemente la nostra comune determinazione a lavorare con urgenza per L’ISTITUZIONE DI UN NUOVO ORDINE ECONOMICO INTERNAZIONALE basato sull’equità, l’uguaglianza sovrana, l’interdipendenza, l’interesse comune e la cooperazione di tutti gli Stati, indipendentemente dai loro sistemi economici e sociali, per rimediare alle disuguaglianze e alle ingiustizie esistenti, per eliminare le crescenti disparità tra i Paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo e per garantire uno sviluppo economico e sociale accelerato in pace e giustizia per le generazioni presenti e future; a tal fine, dichiariamo quanto segue:

1. La conquista più grande e significativa degli ultimi decenni è stata la liberazione di un gran numero di popoli e nazioni dalla dominazione coloniale e straniera, consentendo loro di diventare membri della comunità dei popoli liberi. Negli ultimi tre decenni sono stati raggiunti progressi tecnici in tutte le sfere delle attività economiche, offrendo così una solida possibilità di migliorare il benessere di tutti i popoli. Tuttavia, le ultime vestigia della dominazione straniera e coloniale, dell’occupazione straniera, della discriminazione razziale, la discriminazione razziale, l’apartheid e il neocolonialismo in tutte le sue forme rimangono tra i maggiori ostacoli alla piena emancipazione e al progresso dei Paesi in via di sviluppo e di tutti i popoli interessati. I benefici del progresso tecnologico non sono condivisi equamente da tutti i membri della comunità internazionale. I Paesi in via di sviluppo, che costituiscono il 70% della popolazione mondiale, ricevono solo il 30% del reddito mondiale. Uno sviluppo uniforme ed equilibrato della comunità internazionale si è rivelato impossibile nell’attuale ordine economico internazionale. Il divario tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo continua ad aumentare, in un mondo governato da un sistema che è stato creato quando la maggior parte dei Paesi in via di sviluppo non esisteva nemmeno come Stato indipendente e che perpetua la disuguaglianza.

2. L’attuale ordine economico internazionale è in diretta contraddizione con l’evoluzione delle relazioni politiche ed economiche internazionali nel mondo contemporaneo. Dal 1970, l’economia mondiale ha vissuto una serie di gravi crisi che hanno avuto serie ripercussioni soprattutto sui Paesi in via di sviluppo a causa della loro maggiore vulnerabilità, in generale, agli impulsi economici esterni. I Paesi in via di sviluppo sono diventati un fattore potente che fa sentire la propria influenza in tutte le sfere dell’attività internazionale. Questi cambiamenti irreversibili nell’equilibrio di potere nel mondo richiedono la partecipazione attiva, piena e paritaria dei Paesi in via di sviluppo alla formulazione e all’attuazione di tutte le decisioni che riguardano la comunità internazionale.

3. Tutti questi cambiamenti hanno evidenziato la realtà dell’interdipendenza tra tutti i membri della comunità mondiale. Gli eventi attuali hanno chiaramente dimostrato che gli interessi dei Paesi sviluppati e quelli dei Paesi in via di sviluppo non possono più essere isolati l’uno dall’altro, che esiste una stretta interrelazione tra la prosperità dei Paesi sviluppati e la crescita e lo sviluppo dei Paesi in via di sviluppo, che la prosperità della comunità internazionale nel suo complesso dipende dalla prosperità delle sue parti costitutive. La cooperazione internazionale per lo sviluppo è l’obiettivo condiviso e il dovere comune di tutti i Paesi. Pertanto, il benessere politico, economico e sociale delle generazioni presenti e future dipende più che mai dalla cooperazione tra tutti i membri della comunità internazionale sulla base dell’uguaglianza sovrana e dell’eliminazione del disequilibrio che esiste tra di loro.

4. Il nuovo ordine economico internazionale deve basarsi sul pieno rispetto dei seguenti principi:

(a) L’uguaglianza sovrana degli Stati, l’autodeterminazione di tutti i popoli, l’inammissibilità dell’acquisizione di territori con la forza, l’integrità territoriale e la non ingerenza negli affari interni degli altri Stati;

(b) La più ampia cooperazione possibile tra tutti gli Stati membri della comunità internazionale, basata sull’equità, al fine di eliminare le disparità esistenti nel mondo e di assicurare la prosperità per tutti;

(c) La piena ed effettiva partecipazione, su base paritaria, di tutti i paesi alla soluzione dei problemi economici mondiali per il bene comune di tutti i paesi, tenendo presente la necessità di accelerare lo sviluppo di tutti i paesi in via di sviluppo, prestando particolare attenzione a misure speciali a favore dei paesi in via di sviluppo meno sviluppati, senza sbocco sul mare e insulari, nonché dei paesi in via di sviluppo più duramente colpiti da crisi economiche e disastri naturali, senza perdere di vista gli interessi degli altri paesi in via di sviluppo;

(d) Il diritto di ogni Paese di adottare il sistema economico e sociale che ritiene più appropriato per il proprio sviluppo, senza subire come conseguenza di ciò alcuna discriminazioni;

(e) la piena e permanente sovranità degli Stati sulle loro risorse naturali e su tutte le loro attività economiche. Al fine di salvaguardare tali risorse, ogni Stato ha il diritto di esercitare un controllo effettivo su di esse e sul loro sfruttamento con mezzi adeguati alla propria situazione, compreso il diritto di nazionalizzazione o di trasferimento della proprietà ai propri cittadini, essendo tale diritto espressione della piena sovranità permanente dello Stato. Nessuno Stato può essere sottoposto ad alcuna forma di coercizione economica, politica o di altro tipo per impedire il libero e pieno esercizio di questo diritto inalienabile;

(f) Il diritto di tutti gli Stati, i territori e i popoli sottoposti a occupazione straniera, a dominazione esogena o coloniale o all’apartheid, alla restituzione delle loro risorse naturali e al pieno risarcimento per lo sfruttamento, l’esaurimento e il deterioramento delle loro risorse naturali e di tutte le altre risorse di quegli Stati, territori e popoli.

(g) La regolamentazione e la supervisione delle attività delle imprese transnazionali attraverso l’adozione di misure a beneficio delle economie nazionali dei Paesi in cui tali imprese operano, sulla base della piena sovranità di tali Paesi;

(h) Il diritto dei Paesi in via di sviluppo e dei popoli dei territori sottoposti a dominazione coloniale e razziale e a occupazione straniera di raggiungere la propria liberazione e di riacquistare il controllo effettivo sulle proprie risorse naturali e sulle proprie attività economiche;

(i) La fornitura di assistenza ai paesi in via di sviluppo, ai popoli e ai territori sotto dominazione coloniale e straniera, occupazione esogena, discriminazione razziale o apartheid, o che sono vittime di discriminazioni economiche, politiche, sociali e culturali volte ad applicare la coercizione contro di loro allo scopo di assicurare la loro subordinazione nell’esercizio dei loro diritti sovrani e di ottenere da loro vantaggi di qualsiasi tipo, sottoposti al neocolonialismo in tutte le sue forme, e che hanno stabilito o stanno cercando di stabilire un controllo effettivo sulle loro risorse naturali e sulle attività economiche che sono state o rimangono sotto il controllo straniero;

(j) L’instaurazione di relazioni giuste ed eque tra i prezzi delle materie prime, dei prodotti di base, dei manufatti e dei semilavorati esportati dai Paesi in via di sviluppo e i prezzi delle materie prime, dei prodotti di base, dei manufatti, dei beni strumentali e delle attrezzature da essi importati, al fine di ottenere un continuo miglioramento delle loro insoddisfacenti ragioni di scambio e l’espansione dell’economia mondiale;

(k) La fornitura di assistenza attiva ai Paesi in via di sviluppo da parte della comunità internazionale nel suo complesso, senza condizionamenti politici o militari;

(1) L’assicurazione che uno dei principali obiettivi del sistema monetario internazionale riformato sarà quello di promuovere il progresso dei paesi in via di sviluppo e di assicurare loro un flusso sufficiente di risorse reali;

(m) Il miglioramento del carattere competitivo dei prodotti naturali che rivaleggiano con i sostituti sintetici;

(n) Il trattamento preferenziale e senza reciprocità dei Paesi in via di sviluppo, sempre che sia fattibile, in tutti i settori della cooperazione economica internazionale, ove sia possibile;

(o) La creazione di condizioni favorevoli per il trasferimento di risorse finanziarie ai Paesi in via di sviluppo;

(p) La facilitazione dell’accesso per paesi in via di sviluppo ai progressi della scienza e della tecnologia moderna, promuovendo il trasferimento di tecnologia e la creazione di tecnologia indigena a beneficio dei paesi in via di sviluppo, in forme e modi adeguati alle loro economie;

(q) La necessità per tutti gli Stati di porre fine allo spreco di risorse naturali, compresi i prodotti alimentari;

r) La necessità per i Paesi in via di sviluppo di dedicare tutte le loro risorse alla causa dello sviluppo;

(s) Il rafforzamento, attraverso misure individuali e collettive, della reciproca cooperazione economica, commerciale, finanziaria e tecnica tra i Paesi in via di sviluppo, principalmente su base preferenziale;

(t) La facilitazione del ruolo che le associazioni di produttori possono svolgere, nel quadro della cooperazione internazionale, e nel perseguimento dei loro obiettivi, tra cui la fornitura di assistenza per promuovere la crescita sostenuta dell’economia mondiale e per accelerare lo sviluppo dei paesi in via di sviluppo.

5. L’adozione unanime della Strategia internazionale di sviluppo per il secondo decennio delle Nazioni Unite ha rappresentato un passo importante nella promozione della cooperazione economica internazionale su basi giuste ed eque. L’accelerazione dell’attuazione degli obblighi e degli impegni assunti dalla comunità internazionale nell’ambito della Strategia, in particolare quelli relativi alle pressanti esigenze di sviluppo dei Paesi in via di sviluppo, contribuirebbe in modo significativo al raggiungimento degli scopi e degli obiettivi della presente Dichiarazione.

6. Le Nazioni Unite, in quanto organizzazione universale, dovrebbero essere in grado di affrontare i problemi della cooperazione economica internazionale in modo globale e di proteggere gli interessi di tutti i Paesi in egual misura. Devono svolgere un ruolo ancora più importante nella creazione di un nuovo ordine economico internazionale. La Carta dei diritti e dei doveri economici degli Stati, per la cui preparazione la presente Dichiarazione costituirà un’ulteriore fonte di ispirazione, darà un importante contributo in tal senso. Tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite sono quindi invitati a compiere il massimo sforzo per realizzare l’attuazione di questa Dichiarazione, che rappresenta una delle principali garanzie per la creazione di migliori condizioni per tutti i popoli per raggiungere una vita conforme alla dignità umana.

7. La presente Dichiarazione sull’instaurazione di un nuovo ordine economico internazionale sarà una delle basi più importanti per le relazioni economiche tra tutti i popoli e tutte le nazioni.

2229a riunione plenaria, 1° maggio 1974

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M. Ruzzenenti, P. Zanotti (a cura di), "La svolta ecologica mancata. Dalla crisi petrolifera al Golfo oggi", Jaca Book-Fondazione Luigi Micheletti, Milano 2024

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