Vennero prima Giorgio (Nebbia) o Giovanna (Ricoveri)? Intendo: chi incrociai per primo, sulla strada della rivista “Cns-Capitalismo natura socialismo”, poi diventata “Cns-Ecologia politica”?
Probabilmente, se di Giorgio avevo letto gli interessantissimi scritti, il primo incontro fu con Giovanna. Ne seguirono molti anni di collaborazione, discontinua per causa mia e per necessità pratiche. Galeotto era stato l’interesse per l’edizione italiana di “Cns”, avviata nel 1991. Un bel formato da piccolo libro, serio ed essenziale come erano le riviste di approfondimento di quel tempo. Diretta da Giovanna e da Valentino Parlato de “il manifesto”, “Cns” faceva parte di una rete internazionale creata due anni prima in California da James O’Connor, teorico della seconda contraddizione: quella fra capitale e natura. Giovanna era sua amica personale, grazie agli studi di economia che aveva compiuto negli States.
Da allora e per decenni, finché le energie la assistettero, si dedicò ad analizzare tre grandi questioni a lungo trascurate o negate dalle forze politiche della sinistra – e del sindacato dal quale proveniva: la crisi ecologica come causa importante di crisi economica e sociale; lavoro e natura come due contraddizioni speculari che nel capitalismo maturo vanno affrontate insieme, due facce della stessa medaglia; l’importanza dei movimenti sociali nel superamento della crisi.
I pezzi tradotti dalla rivista statunitense si alternavano a contributi nostrani. Negli anni 1990, forse solo su Cns si potevano leggere saggi guidati dalle interconnessioni che cromaticamente potremmo riassumere nella definizione “rosso-verde”. A Ferrara, nel 1996, questo fu l’asse di un convegno internazionale.
Giovanna strinse rapporti in tanti paesi; anche con il mondo indiano che le era prima sconosciuto. Ricordo il suo entusiasmo al ritorno da una conferenza in India, sui beni comuni, patrimonio collettivo dell’umanità al quale dedicò molte riflessioni e scritti, sulla scia dei lavori di Elinor Ostrom, prima donna premio Nobel dell’economia. In materia, il primo quaderno di Cns, Beni comuni fra tradizione e futuro, da lei curato, fu seguito dal libro Beni comuni vs Merci (Jaca Book 2010), che ebbe anche una edizione brasiliana per Multifoco (utilizzata nelle università e dai militanti per i diritti territoriali collettivi) e una inglese per Pluto Press, con la prefazione di Vandana Shiva – la quale faceva parte del comitato di redazione internazionale di Cns-Ecologia politica.
Sviluppò l’idea della centralità della Natura anche grazie ai rapporti con l’ecofemminismo a livello internazionale. Si inserì anche, lei proveniente dal sindacato, nel dibattito internazionale sulla decrescita.
Le tante persone che hanno avuto Giovanna come compagna di pensiero e attività, e come amica, sono approdate a lei per vie diverse. Chi partendo dal mondo del lavoro, chi da quello dell’ecologia. Giovanna era profondamente legata all’idea che per affrontare la crisi ecologica fosse indispensabile il contributo del movimento dei lavoratori, di chi agiva direttamente all’interno del sistema produttivo; e viceversa. Questione sociale e questione ecologica come inscindibilmente unite, una convergenza necessaria, ecco il messaggio centrale di Giovanna.
Tanti i ricordi personali. Erano sempre densi, a volta agitati, ma noiosi gli incontri nella sua casa ufficio romana – prima dalle parti di Trastevere, poi vicino al Colosseo, senza dimenticare la parentesi viterbese di Caprarola quando aveva cercato di fuggire dalla città; senza riuscirci davvero. Prima di passare all’enorme tavolo da lavoro, bianco e un po’ traballante sotto il peso di libri e fascicoli, l’accoglienza avveniva nella piccola cucina con il caffè, i biscotti e gli aggiornamenti personali. E come dimenticare i piatti toscani che cucinava anche per i vegetariani. La convivialità era al centro. Ma si usciva sempre con la testa piena di idee, quasi di possibilità.
Nel luglio 2019 insieme andammo – in taxi, lei non camminava più tanto bene da poter affrontare un bus – al funerale di Giorgio Nebbia. Nel libro collettivo pubblicato dalla Fondazione Luigi Micheletti nel 2016 per festeggiare i 90 anni di Giorgio, Giovanna si esprimeva così: “Giorgio è uno scienziato che ha cuore e intelligenza”. Giovanna, valeva anche per te.