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Fiume Chiese

Fra Valle e Pianura. Storia di terre e di acque lungo il fiume Chiese

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M. Zane (a  cura di), Fra Valle e Pianura. Storia di terre e di acque lungo il fiume Chiese, Brescia, Grafo Edizioni 1999, pp. 192

Il fiume Chiese, sorgenti nel gruppo dell’Adamello, confluenza nel fiume Oglio nella pianura bresciana e cremonese, ha storie che si intrecciano nel tempo e nelle diverse modalità di convivenza, utilizzo e sfruttamento delle sue acque. Il volume, che interessa la parte centrale del corso d’acqua, fra i comuni di Gavardo e Calcinato, tende a cogliere questi intrecci nel loro dispiegarsi lungo l’intera età moderna e contemporanea, attarverso una serie di capitoli che affrontano le diverse sfaccettaure della storia fluviale.

Modificazioni del paesaggio (colte anche attraverso le testimonianze letterarie), il rapporto fra centri abitati, campagne e acque, l’uso irriguo di seriole e canali, il fiume come arteria per il trasporto del legname trentino alle segherie di Brescia, le architetture fluviali del “vivere in villa” delle famiglie nobili, le attività proto-industriali, con il fiume  a muovere magli, macine  e mulini. E, ancora, lo sfruttamento a fini energetici, prima come forza motrice per le prime avvisaglie dell’industrializzazione e poi per la produzione di energia elettrica con le centrali di fine Ottocento.

Nel mezzo, il modificarsi del rapporto fra fiume e uomo, fra paesaggio ed attività economiche legate alla presenza del fiume, col volume a ripercorrere storie anche attraverso un apparato fotografico pregevole, fra iconografia d’archivio e immagini dall’alto, pronte a restituire ancora più complessità alle vicende ed alla loro ricostruzione.

Una ricerca che permette di recuperare lo spessore del rapporto plurisecolare delle terre bagnate dal fiume, con gli autori che non riununciano a porre in evidenza i momenti di cesura e di continuità imposti dal tempo e dall’attività umana. Sparite la transumanza, i percorsi dettati dai guadi, la pesca, le ruote di magli e mulini, la vecchia ferrovia, attiva fra il 1897 ed il 1966, sono comparsi nuovi ponti stradali, deturpanti capannoni, discariche a cielo aperto. Restano manufatti antichi di ponti arcuati, ruderi di ottocentesche centraline idroelettriche, canalizzazioni che resistono ai secoli coi loro nomi ed i loro percorsi nei campi. Un libro che ha il pregio di rammentare il lungo percorso di acque e di terre, capace di dare senso e significato al correre delle acque di oggi.

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