Il 29 aprile 1986 si innescava il tremendo incidente nucleare di Chernobyl che portava distruzione e morte segnando in modo significativo la memoria collettiva internazionale. Tale evento, nel contesto mantovano, si collocava al momento culminante di una lunga lotta del movimento antinucleare che da oltre dieci anni agiva contro l’ipotesi di insediare una centrale elettronucleare a Viadana o a San Benedetto Po.
Dopo tale disgrazia l’iniziativa politica in Italia ha prodotto la moratoria nucleare con la chiusura di Caorso, la riconversione delle centrali di Montalto e la sospensione del programma di costruzione a Trino Vercellese e in altri siti. Nel decennio successivo si è assistito alla ”riconversione” del movimento antinucleare verso altri temi quale quello della pace (contro il nucleare di guerra) o, nel contesto mantovano, contro la costruzione della bretella autostradale autocisa-autobrennero.
Inoltre le componenti organizzate del movimento antinucleare si sono trasformate secondo diversi itinerari politici. Alcuni gruppi hanno scelto la strada del partito costituendo i diversi segmenti dei Verdi, altri (componenti libertarie ed indipendenti) hanno optato per rimanere nella dimensione del “movimento” finalizzando la loro attività politica alle iniziative di base su singoli obiettivi.
Dell’oltradecennale esperienza del movimento antinucleare mantovano non è stata fatta ancora una ricostruzione storica dettagliata e quindi tale pezzo di storia sociale locale, seppure recente, rischia di perdersi fra le citazioni della storia minore. L’esperienza mantovana, invece, rappresenta un raro caso di partecipazione e di iniziativa politica di massa nella storia del dopoguerra che ha visto protagoniste molte realtà locali e presenta alcune originalità significative.
L’azione del movimento di opposizione e ha portato in evidenza alcuni errori della sinistra tradizionale nazionale e mantovana che ancora oggi vengono pagati sotto il profilo di “perdita di credibilità” della sinistra (vedasi il caso viadanese). Dall’altro lato si é assistito anche all’emergere di esperienze di autoorganizzazione dal basso che hanno prodotto non solamente “salvaguardia di interessi locali”, ma anche la costruzione di programmi e progetti che proponevano un diverso modello di sviluppo dell’economia e della società.
Da queste brevi considerazioni deriva quindi la convinzione che è necessario proporre la ricostruzione storica del movimento di opposizione al nucleare mantovano per valorizzarne l’esperienza autogestionaria e quindi per evitare la perdita del patrimonio di memoria collettiva che ancora oggi rimane.
La redazione della rivista è disponibile ad accogliere contributi e proposte di lavoro per la ricostruzione di tale storia. In tal senso si propone l’allegato diario come primo tentativo di impostazione del lavoro.
La ricostruzione storica degli avvenimenti che viene elencata omette, per ragioni di spazio, molte informazioni “secondarie”. Per meglio puntualizzare tali avvenimenti si è ritenuto opportuno individuare delle “fasi” durante le quali è possibile leggere una proposizione compiuta di un segmento di storia del movimento locale.
La ricostruzione degli avvenimenti sotto esposta, oltre che dall’esperienza diretta e personale, deriva dalle seguenti fonti informative:
(1) Diari contenuti nei “Quaderni” n. 7 (Ottobre 1984) e n. 10 (Febbraio 1987) dell’Ufficio Studi e Programmazione dell’Amministrazione Provinciale di Mantova.
(2) Tesi di laurea di Marcello Darbo su: “Modernizzazione e resistenza nel sociale. Il caso della centrale di Viadana (MN)”, Bologna, Anno Accademico 1985-86
(3) Raccolta della documentazione condotta dalla Scuola Media di San Matteo delle Chiaviche di Viadana.
Diario del movimento antinucleare mantovano
Prima fase: dal 1975 al novembre 1987: la formazione del movimento di opposizione
La presenza delle strutture organizzative dei comunisti anarchici nelle provincie di Cremona, Mantova e Verona (FdCA) già a partire dei primi anni ’70 ha consentito l’attivazione delle iniziative antinucleari anche prima della nascita del vero e proprio movimento di opposizione. Gruppi di libertari cremonesi avevano per primi iniziato una esperienza di lotta contro la centrale di Caorso, mentre quelli mantovani, all’indomani della deliberazione del CIPE (9 ottobre 1975) sulla localizzazione nel Viadanese e a S. Benedetto Po, si mossero nell’organizzazione delle iniziative di propaganda antinucleare. Si vedano a questo proposito i documenti relativi al 1976 firmati sia dalla Federazione dei Comunisti Anarchici (FdCA) sia dalla Cooperativa di Cultura Proletaria di Suzzara.
9 Ottobre 1975 — Delibera del CIPE per l’insediamento delle centrali in Piemonte e Lombardia. Telegramma dell’On. Baroni, Sindaco di Viadana, alla Regione per chiarimenti nel metodo esprimendo preoccupazione.
16 Novembre 1975 — Convegno organizzato dall’Associazione degli Industriali di Mantova a Mantova col presidente dell’ENEL Angelini sulla questione nucleare.
12 Dicembre 1975 — Convegno organizzato dal circolo Don Primo Mazzolari a Viadana sul nucleare.
19 Dicembre 1975 — Convegno del Gruppo Naturalistico Mantovano a Mantova su: “Quale futuro dell’energia nucleare”, con Conti, Facchini, Parisi, Zorzoli e altri.
Fra il 1975 e il 1977 si articolano una serie di sondaggi dell’ENEL sui siti di Torre Oglio e Portiolo.
Novembre 1976 — Prima mostra di piazza con precisi connotati anti nucleari realizzata a Suzzara., con un dibattito nella locale sala civica al quale partecipano Saverio Craparo e Antonio Politi della Fisica dell’Università di Firenze.
Dicembre 1976 — La stessa mostra è tenuta a Pegognaga in collaborazione con la Biblioteca Comunale.
Per gli anni successivi venne anche realizzato un audiovisivo e portato in diverse realtà mantovane.
21 Aprile 1977 — Convegno a Viadana con Parisi, Albanese, Mambriani.
Settembre 1977 — Ordinanza del Sindaco di Viadana per la sospensione delle indagini.
Dicembre 1977 — Nasce il Comitato Antinucleare Viadanese e il Comitato Ecologico. Viene organizzata una raccolta di firme.
21 e 22 Ottobre 1978 — Iniziative di piazza antinucleari a Viadana e Torre Oglio organizzate dal Coordinamento dei gruppi di base. Prima iniziativa che segna la nascita del coordinamento.
Seconda fase: dal 1978 al 10 ottobre 1983
Il movimento subisce una crescita sia qualitativa sia sul versante delle competenze tecniche sia su quello della strategia politica contro il nucleare. La presenza all’interno del movimento di componenti politiche connesse alla sinistra indipendente e libertaria promosse una elaborazione autonoma e con connotati anticapitalistici.
Va ricordato a questo proposito il documento su: “Piano energetico, ristrutturazione e risposta di classe nella strategia dei Comunisti Anarchici”, redatto sia dalle sezioni cremonesi che da quelle mantovane della Federazione dei Comunisti Anarchici nell’aprile 1978 che raccoglieva l’elaborazione di altri settori politici presenti nei gruppi di base.
26 Novembre 1978 — A S. Matteo grande manifestazione popolare con la presenza delle Amministrazioni con grande partecipazione.
Gennaio 1979 — Convegno a Viadana con manifestazione del comitato antinucleare e ecologico.
Gennaio 1980 — Prima Conferenza Nazionale sull’energia a Venezia promossa dal governo.
Aprile 1980 — Manifestazione a Viadana, con Capanna, Spadaccia, LOC e FGSI.
3 Ottobre 1981 — Provincia e Comuni non convergono sull’intesa con la Regione per la localizzazione.
3 Giugno 1982 — Con voto favorevole il Consiglio Regionale approva la localizzazione delle centrali nel mantovano.
22 Febbraio 1982 — Delibera del CIPE per la definizione delle aree di localizzazione dei sondaggi.
Gennaio 1983 — Approvazione della Legge 8 che stabilisce i contributi ai Comuni e la delega al CIPE per la localizzazione delle centrali.
Marzo 1983 — S. Benedetto Po, grande manifestazione popolare contro la centrale.
Aprile 1983 — A Viadana inizia la raccolta delle firme (circa 1300) per il referendum sulla centrale. Il comitato antinucleare diventa Lista Verde. Si sviluppa una collaborazione con le associazioni agricole.
Aprile 1983 — I Comuni interessati e la Provincia decidono di costituire il Comitato di Coordinamento degli Enti Locali e il relativo Comitato tecnico-scientifico.
Maggio 1983.— Il Comune di Viadana respinge la proposta di referendum e la Lista Verde si presenta alle elezioni prendendo due seggi
1983 — Nasce il Comitato di Coordinamento degli Enti Locali mantovani interessati alla localizzazione della centrale nucleare.
1983 — Il coordinamento anti nucleare organizza manifestazioni contemporaneamente sia a S. Benedetto Po che a Legnago (Verona). Ipotesi di sito nel Veneto.
1 Ottobre 1983 — Manifestazione a Viadana organizzata dall’Amministrazione comunale e dalle associazioni contro l’avvio dei sondaggi dell’ENEL. Comizio di Bettini.
Dal 6 al 14 ottobre 1983 si articolano dei blocchi organizzati da manifestanti nei confronti delle trivelle dell’ENEL per l’avvio dei sondaggi. Vengono operati 9 arresti da parte del Pretore Scappellato.
Terza Fase: la nascita del consenso di massa e la vittoria dei referendum
22-23 Ottobre 1983 — Assemblea a Viadana presso il Teatro dopo la scarcerazione degli arrestati.
2 Dicembre 1983 — Prima conferenza dell’ENEL a Mantova. Ne seguiranno altre. A S. Benedetto Po interviene Tiezzi.
21 Dicembre 1983 — Viene organizzata la prima riunione del Comitato tecnico-scientifico (CTS) del Comitato di Coordinamento degli Enti Locali.
17 Gennaio 1984 — Fiaccolata a Bellaguarda di Viadana con circa 2000 persone.
16 Marzo 1984 — Cicognara (frazione di Viadana). Confronto fra Camerlenghi (membro del CTS) e un tecnico dell’ENEL
4 Aprile 1984 — A Pegognaga vengono organizzate delle comunicazioni dell’ENEA-DISP.
19 Aprile 1984 — Viene messo a punto il primo rapporto del Comitato tecnico-scientifico.
28 Aprile 1984 — Manifestazione provinciale a Mantova con circa 500 mezzi agricoli.
2 Giugno 1984 — Viadana. Fiaccolata con circa 3000 persone.
Novembre 1984 — Il Consiglio Pastorale del Viadanese invita la popolazione a partecipare ai referendum.
25 Novembre 1984 — Referendum consultivo sul nucleare: vasta partecipazione e netta vittoria dei NO.
Quarta fase. La battaglia sul piano scientifico ed il CTS
23 Febbraio 1985 — Convegno internazionale a Mantova sulle metodologie di localizzazione delle centrali nucleari, organizzato dalla Provincia e dall’ENEA col patrocinio della Regione.
9 Marzo 1985 — Consegna del Rapporto di localizzazione dell’ENEL. Verrà messo a disposizione nelle biblioteche comunali.
10 Marzo 1985 — Referendum consultivo a S. Benedetto Po.
31 Marzo 1985 — Referendum consultivo a Marcaria.
23 Novembre 1985 — Viene consegnato il parere del CTS sul rapporto di localizzazione dell’ENEL.
8 Dicembre 1985 — Referendum consultivo a Gazzuolo.
13 Aprile 1986 — Referendum consultivo a Dosolo.
29 Aprile 1986 — Incidente di Chernobyl.
Quinta fase. Dopo Chernobyl
2 Luglio 1986 — Il Comune di Viadana ingiunge all’ENEL la sospensione dei sondaggi.
28 Luglio 1986 — Il Consiglio provinciale vota un ordine del giorno sulla centrale.
Ottobre 1986 —Il CTS consegna il rapporto contenente i quesiti sul dopo Chernobyl.
13 Novembre 1986 — L’ENEL sospende i sondaggi.
Febbraio 1987 — Conferenza nazionale dell’energia. Referendum nazionali sul nucleare.
6 Ottobre 1990 — Convegno “Centrale nucleare nel mantovano. Memorie e insegnamenti di una lotta”, San Benedetto Po, organizzato dall’IRPO (Istituto di ricerche sul Po).