Giardini alle origini della storia
Studi recenti sulle civiltà mesoamericane hanno messo in rilievo la presenza di “campi interni” (infields), oppure di orti chiusi o giardini presso il luogo della cucina.
Non si tratta in questo caso di un uso rituale o religioso del giardino come “recinto sacro” come in Africa, ma di un orto-giardino avente usi domestici e civici.
Thomas W. Killion ha curato un volume dedicato a questi tipi di giardini non storici (o preistorici), risultati dagli atti del 52° incontro annuale della Società di Archeologia Americana. “La coltivazione di raccolti entro ed a breve distanza dagli insediamenti è un aspetto fondamentale della vita di ogni giorno delle popolazioni preistoriche coltivatrici del Nuovo Mondo. Da sole oppure in congiunzione con la produzione di campi situati a distanze più lontane dalla residenza, questi campi interni od orti costituivano un approvvigionamento calorico ulteriore, supplementi nutritivi importanti e servivano da supporto ai bisogni della economia domestica. Queste pratiche agricole, svolte nella vicinanza delle residenze hanno condizionato l’uso dello spazio, la disposizione delle strutture, ed hanno favorito il deposito di tracce e di altri residui che oggi sono divenuti parte del repertorio archeologico”. Dalla stessa regione geografica, ma anche di origine asiatica sono i floating gardens, isole artificiali coltivate nei laghi di acqua dolce, sulle quali vengono coltivate verdure, fiori e piante.
In allegato il testo integrale.