Fabrizio Giovenale, nacque a Roma il 19 aprile del 1918. Nel 1945 si laureò in Architettura.
Dal 1949 al 1956 prestò servizio presso l’INA-Casa, l’ente che, a partire dal 1950 realizzò alcuni dei migliori interventi di edilizia pubblica del primo dopoguerra in Sicilia, Puglia, Basilicata e Campania. Il piano INA-Casa rappresentò infatti la prima tappa della breve stagione riformista che contraddistinse il governo democristiano nei primi anni Cinquanta e che si ispirò ad una politica economica intesa come un moderno intervento di welfare state, per far fronte al problema abitativo, drammaticamente peggiorato dopo le vicende belliche, ma anche per assorbire una consistente quota della massa dei disoccupati attraverso l’investimento di denaro pubblico.
Nel 1963 l’INA-Casa venne trasformato in Istituto Gestione per Case Lavoratori (GESCAL). Giovenale passò al servizio di questo ente per altri sette anni.
Nel 1959 intanto era divenuto anche membro effettivo dell’Istituto Nazionale di Urbanistica e dal 1962 iniziò una libera docenza presso l’Università “La Sapienza” di Roma, Facoltà di Architettura.
Tra il 1967-1968 fu segretario generale del Servizio Studi e Programmazione del Ministero dei Lavori Pubblici, all’epoca diretto dal ministro socialista Giacomo Mancini. Il Servizio Studi era incardinato nella Direzione Generale dell’Urbanistica che si occupò proprio in quegli anni dell’indagine sulla frana di Agrigento provocata dalle speculazioni edilizie. Dopo lunghi dibattiti parlamentari fu approvato il provvedimento presentato dal ministro Mancini, poi noto come “Legge ponte”. Giovenale partecipò alla stesura della legge che con il passare degli anni assunse un fondamentale rilievo per l’urbanistica nazionale. A lui si deve in particolare lo studio delle norme relative alla tutela dei centri storici.
Dopo l’esperienza del Servizio Studi del Ministero, Giovenale fu tra il 1968 e 1972 direttore generale dell’ISES (Istituto per lo Sviluppo dell’Edilizia Sociale), un ente pubblico che si occupò in particolare della ricostruzione dei comuni della Valle del Belice distrutti dal terremoto del gennaio del 1968.
Si occupò a lungo di Italia Nostra, di cui fu anche vicepresidente tra il 1970 e il 1983.
Partecipò alla fondazione della Lega per l’Ambiente che ebbe origine da una costola dell’Associazione Ricreativa Culturale Italiana (ARCI), nata alla fine degli anni Cinquanta con l’intento di dar vita ad una organizzazione unitaria nel campo culturale e ricreativo.
Nel 1983 divenne prima membro del Consiglio direttivo della Lega per l’Ambiente, poi del Comitato scientifico e per finire del Consiglio di presidenza nel 1987.
Si dedicò, negli anni successivi, sempre di più all’ambientalismo, all’urbanistica e all’ecologia, scrivendo moltissimo, soprattutto su quotidiani e riviste come Avvenimenti, La Nuova Ecologia, Liberazione, Quale Energia, Il Manifesto e Paese Sera, affrontando tra gli altri i temi della crisi ecologica, della politica e del futuro dell’umanità.
Dal 1989 al 2000 scrisse per la rivista Avvenimenti; dal 1985 sino alla sua morte scrisse per la Nuova Ecologia; a partire dal 1991 collaborò con il quotidiano Liberazione.
La Famiglia Giovenale ha donato la biblioteca e l’archivio appartenuti a Fabrizio Giovenale al Centro di Cultura Ecologica, Via Fermo Corni, 00156 Roma,
http://www.centrodiculturaecologica.it/home/node/352
La consistenza dell’archivio si trova all’indirizzo:
http://www.centrodiculturaecologica.it/home/node/biblioteca
Il Centro ha inventariato i libri dell’archivio, tutti rappresentativi della storia del movimento ecologico italiano e internazionale, e l’inventario è disponibile in rete all’indirizzo:
http://www.centrodiculturaecologica.it/home/consultazione/BFG_monografieFG.html#tableheading1