La notizia della costruzione in California di un’innovativa centrale solare a concentrazione da 177 MW, diffusa lo scorso novembre dalla statunitense PG&C, una tra le più grandi aziende elettriche del Paese, non sembra essere stata ancora adeguatamente compresa dal mondo dell’informazione italiano. Eppure, le tecnologie sulle quali si basa questo impianto potrebbero segnare una nuova importante tappa nella generazione dell’elettricità termosolare a costi già ora competitivi con quelli della produzione da combustibili fossili e nucleari.
È bene richiamare la netta differenza che esiste tra questo metodo di generazione elettrica e quello fotovoltaico: con la tecnologia fotovoltaica la radiazione solare viene convertita direttamente in energia elettrica senza parti in movimento. Nel caso del solare termoelettrico, invece, si utilizza la radiazione proveniente dal sole per scaldare un fluido per produrre vapore in pressione per azionare una turbina che, a sua volta, aziona un generatore elettrico, analogamente a quanto accade nelle centrali nelle quali il calore viene prodotto usando carbone, petrolio, gas o combustibili nucleari. Negli impianti solari termoelettrici, quindi, gli aspetti maggiormente innovativi sono legati ai sistemi di raccolta e innalzamento della temperatura del calore solare e a quello per il suo immagazzinamento per quando non c’è il sole.
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