Petra Kelly 1Su cui si veda V. Cavanna, Petra Kelly. Ripensare l’ecopacifismo, Interno4 Edizioni, Rimini, 2017 e la bibliografia ivi contenuta., nata in Baviera nel 1947 e laureata negli Stati Uniti, parte dalle proprie esperienze personali, a cui affianca un instancabile studio e un’incessante attività di conoscenza delle persone, per arrivare a propugnare una visione olistica della realtà, fondata sulla connessione delle problematiche e la interconnessione di tutto il vivente.
Da un lato, il suo pensiero–ispirato da diversi movimenti (femminismo, pacifismo, ecologismo, ecofemminismo)– unisce le lotte per la salute, i diritti umani e l’ambiente.
Dall’altro, la sua visione della politica come “antipolitica” trae spunto da György Konrad 2Si veda G. Konrád, Antipolitics. An essay, HBJ, New York, 1984.e la conduce alla fondazione del “partito anti-partito”, i Grünen (i Verdi della Germania occidentale), con i quali siede in Parlamento dal 1983 al 1990 (i Grünensono tuttora rappresentati al Bundestag).
Nel 1982 le viene conferito il Premio Nobel Alternativo.3Il “Right Livelihood Award”, conosciuto come il “premio Nobel Alternativo”, è un premio annuale creato nel 1980 il cui scopo è quello di affiancare al tradizionale Premio Nobel un riconoscimento agli sforzi compiuti da persone e gruppi per una società migliore ed un’economia più giusta. In quell’occasione4Il discorso di accettazione è disponibile all’indirizzo ., sottolinea la necessità di ristrutturare l’intera struttura sociale. Ma per cambiare l’economia e la società, occorre prima cambiare noi stessi, a partire dal senso della fondamentale unità di tutti gli esseri umani sul pianeta, che può dirsi “astronave Terra”.5L’ “astronave Terra” è una espressione che risale al volume Progress and Poverty (“Progresso e povertà”) del 1879 di Henry George (1839-1897). Nel 1966 Barbara Ward (1914-1981), economista e scrittrice britannica, ha pubblicato un libro dal titolo Spaceship Earth; nello stesso anno, Kenneth E. Boulding (1910-1993) ha usato l’espressione nel titolo del saggio The Economics of the Coming Spaceship Earth in H. Jarrett (a cura di), Environmental Quality in a Growing Economy, RFF Press, New York, 2013.
Successivamente, in un discorso del 1988 dal titolo emblematico (quello del motto “Think globally – act locally”6Heinrich-Böll-Stiftung (a cura di), Petra Kelly. A remembrance, Berlino, 2008, pag. 151.), Petra Kelly parla del suo progetto di economia ecologica, che «non misura la prosperità di una società in termini del più grande numero possibile di beni prodotti (indicato dal prodotto interno lordo), bensì in metodi di produzione che conservano l’ambiente, proteggono la salute umana, e si risolvono in beni di consumo durevoli. In una società ecologica, l’economia, gli stili di vita e le aspettative del consumatore sono caratterizzate dalla considerazione della salute umana e dell’ambiente, attraverso il rispetto della vita vegetale e animale».
Ancora, in un volume uscito postumo nel 19947P. Kelly, Thinking Green! Essays on Environmentalism, Feminism, and Nonviolence, (a cura di A. Kotler),Parallax Press, Berkeley, 1994., Petra Kelly afferma: «Abbiamo bisogno di un modo di pensare completamente nuovo. Quando cominciamo a coltivare una ricca vita interiore e sperimentiamo la nostra connessione con ogni forma di vita, realizziamo come poco di quello che la società ci dice essere necessario è realmente importante per il nostro benessere. Dobbiamo ridurre il consumo e non cooperare con alcuna pratica che danneggi il mondo naturale o altri umani. Questo non è un sacrificio. È il modo per sostenerci.
La politica verde deve affrontare il vuoto spirituale della società industriale, l’alienazione pervasiva in una società dove le persone sono cresciute isolate dalla natura e da loro stesse». 8Ivi, pagg. 40-41.
Non è azzardato affermare che Petra Kelly costituisca una figura cardine del Novecento, avendo contribuito a cambiare radicalmente la politica e l’ecologismo anche oltre quanto ci è comunemente noto. Giorno dopo giorno si rinvengono infatti le tracce della sua instancabile attività che l’ha portata in giro per il mondo.
Peraltro, nonostante i Verdi Italiani abbiano avuto una origine ed una parabola diverse rispetto ai Grünen9Sui Verdi italiani, si vedano: S. Menichini (a cura di), I Verdi. Chi sono, cosa vogliono, Roma, 1983; A. Silvestri, I Verdi alla ribalta. Saggio storico sull’origine dei movimenti ecologisti in Italia, Topografia Zauli, Castrocaro Terme, 1986; R. Del Carria, Il potere diffuso: i Verdi in Italia, Edizioni del Movimento Nonviolento, Verona, 1986; R. Della Seta, La difesa dell’ambiente in Italia: storia e cultura del movimento ecologista, Franco Angeli, Milano, 2000, non manca l’influenza di Petra Kelly anche sul nostro Paese, anche se in modo non evidente.
Petra Kelly è relatrice al Congresso organizzato a Firenze dai Verdi Italiani nei giorni 29 ottobre – 1 novembre1988 dal titolo “Verdeuropa”: si tratta di un Congresso che vede un’ampia partecipazione di esperti, intellettuali ed esponenti dei partiti verdi di differenti Paesi (si possono citare, tra i molti, Alexander Langer 10Alexander Langer (1946-1995), politico e scrittore italiano, è stato tra i fondatori della Federazione delle Liste Verdi nel 1986; è stato eletto al Parlamento Europeo alle elezioni del 1989. In argomento, si vedano: M. Marzorati e M. Valpiana (a cura di), Alexander Langer. Una buona politica per riparare il mondo, La Biblioteca del Cigno (Legambiente), Rimini, 2016; M. Boato, Alexander Langer. Costruttore di ponti, Editrice La Scuola, Brescia, 2015; G. Marcon (a cura di), Langer. La conversione ecologica, Editoriale Jaca Book, Milano, 2015., Nicholas Georgescu-Roegen11Nicholas Georgescu-Roegen (1906-1994) è annoverato tra i precursori della decrescita. Si vedano: N. Georgescu-Roegen, Bioeconomia, Bollati Boringhieri, Torino, 2003; M. Bonaiuti (a cura di), Roegen. La sfida dell’entropia, Editoriale Jaca Book, Milano, 2017., Otto Schily12, Joschka Fisher 12Otto Schily (1932) è stato tra i fondatori dei Grünen: dopo aver lasciato il partito nel 1989, entrando nell’SPD, ha ricoperto la carica di Ministro dell’Interno in Germania dal 1998 al 2005., Gianfranco Amendola13Otto Schily (1932) è stato tra i fondatori dei Grünen: dopo aver lasciato il partito nel 1989, entrando nell’SPD, ha ricoperto la carica di Ministro dell’Interno in Germania dal 1998 al 2005.). In quell’occasione è la giornalista e saggista Silvia Zamboni, allora nel comitato organizzatore, a trasmetterle l’invito.
In un’intervista rilasciata al giornalista Massimo Cerofolini il 31 ottobre 1988, Petra Kelly avverte i Verdi italiani: «A un certo punto c’è stato chi ha proposto di allearsi con i socialdemocratici per aumentare l’incidenza politica. Ne è nata una polemica che ci sta paralizzando. L’ambiente non è un fatto di poltrone su cui mettersi d’accordo. Sul disastro ecologico non si può scendere a compromessi. Ai verdi italiani, le uniche alleanze consiglio di farle con chi accetta totalmente il loro modello di sviluppo ambientale».14Pubblicata su “Paese sera”.
Nel suo intervento del 1 novembre15La registrazione audio dell’intervento è resa disponibile dall’Archivio di Radio Radicale., la Kelly ha modo di ribadire che non si può scendere a compromessi su certe tematiche, come la salute delle persone, anche se ciò non significa che non vi sia in alcun modo spazio per la cooperazione politica.
Secondo la Kelly, il nostro futuro risiede nell’interconnettere le questioni della pace e dei diritti umani, del lavoro, dell’ecologia e della giustizia sociale. Quando lo stile di vita ed i metodi di produzione si basano su una fornitura infinita di materie prime e su un uso smisurato delle stesse, allora si fornisce la ragione per l’appropriazione violenta delle materie prime da altri paesi. Occorre dunque scegliere uno stile di vita ed una economia, così come tecnologie produttive,ecologicamente orientati.
Ma non solo: Alexander Langer, il cui pensiero ha tanti punti ha in comune con la Kelly (e che è profondo conoscitore dei Grünen, di cui ha analizzato l’esperienza16A tal proposito, si veda A. Langer, Destra e sinistra tra i Verdi tedeschi, in S. Menichini (a cura di), I Verdi. Chi sono, cosa vogliono, cit., pagg. 11 ss.), scrive uno struggente commiato all’indomani della scoperta del di lei decesso nel 1992.17Si veda A. Langer, Addio, Petra Kelly, pubblicato su Il Manifesto, 21 ottobre 1992, in A. Langer, Il viaggiatore leggero. Scritti 1961-1995, Sellerio Editore, Palermo, 1996, pagg. 121 ss.
Tuttavia, per comprendere appieno l’attualità del pensiero di Petra Kelly, occorre riflettere sulle problematiche che ci troviamo ad affrontare18In argomento, si vedano:V. Cavanna, Uguaglianza intra- e inter- generazionale: ambiente, cibo ed energia nell’ottica dello sviluppo sostenibile, in L. R. Corrado (a cura di), Le uguaglianze: diritti, risorse, sfide per il futuro, Ledizioni, Milano, 2015; G. Mastrojeni – A. Pasini, Effetto serra, effetto guerra, Chiarelettere, Milano, 2017; M. Iannelli – E. Bompan, Water grabbing, Editrice Missionaria Italiana, Bologna, 2018.: desertificazione, cambiamenti climatici, riscaldamento globale, “land grabbing” e “water grabbing”, degrado ambientale. Inoltre, la questione alimentare: una parte della popolazione del pianeta è colpita da patologie dovute all’eccesso di cibo, mentre un’altra parte soffre la fame.
Si pensi al fatto che l’era in cui viviamo è stata recentemente definita“Antropocene” 19P. J. Crutzen, Geology of mankind: the Anthropocene, in Nature, 2002, 415, pag. 23., ad evidenziare il ruolo che l’uomo ha nel modificare i sistemi naturali come mai prima: i cambiamenti ad ampio spettro cui stiamo assistendo minacciano non solo l’ambiente, ma anche la salute ed il benessere umani.20In argomento, A. J. McMichael, Globalization, Climate Change and Human Health, in N Engl J Med, 2013, 368, 1335-1343. L’Autore pone alcuni esempi di come i cambiamenti ambientali ed ecologici influenzino in misura sempre maggiore la salute a livello globale: si pensi alla mancanza di acqua ed alla questione alimentare.
Tutte le anzidette problematiche sono tra loro connesse, in una relazione reciproca di causa-effetto.
Se una visione “a compartimenti stagni” rischia di non far comprendere interamente le cause dei problemi e di adottare soluzioni parziali (e magari anche controproducenti), si coglie dunque l’attualità del pensiero di Petra Kelly.
Se la visione olistica di Petra Kelly non è certamente una “ricetta” per confezionare una soluzione a tutti i mali, essa costituisce tuttavia un messaggio chiave in quella “rivoluzione culturale” necessaria per effettuare scelte “capaci di futuro”. 21M. Pallante, Sostenibilità, equità, solidarietà. Un manifesto politico e culturale, Lindau, Torino, 2018.
Ciò è anche confermato da Sara Parkin (autrice di diversi libri 22Tra cui S. Parkin, The Positive Deviant: Sustainability leadership in a perverse world, Routledge, Londra, 2010., direttrice del progetto “The Sustainability Literacy”, fondatrice del “Forum for the Future” e attivista per la sostenibilità durante più di 40 anni 23Si veda http://saraparkin.org.) in una recente intervista pubblicata su Tiempo de Paz. 24V. Cavanna, Recordando a Petra Kelly: el “ecopacifismo”. Entrevista a Sara Parkin, in Tiempo de Paz, n. 128 primavera 2018, pagg. 118 ss. Sara Parkin infatti afferma, tra l’altro, che la «combinazione di passione, divertimento e compassione per tutti, dai suoi amici a coloro che soffrivano per l’ingiustizia delle politiche nel mondo, l’ha resa (ed ancora la rende) una delle figure più importanti e ispiratrici del mondo».
Guardando la vita di Petra Kelly e leggendo i suoi scritti, riecheggiano le parole che Emma Goldman dedicò nel 1911 a Mary Wollstonecraft: «I pionieri del progresso umano sono come gabbiani, scorgono nuove coste, nuovi territori dove il pensiero si può spingere, quando i loro compagni di viaggio vedono soltanto l’infinita distesa delle acque». 25E. Goldman, Mary Wollstonecraft, la sua tragica vita e la sua lotta appassionata per la libertà, in M. Wollstonecraft, Tempo di rivoluzioni. Sui diritti degli uomini e delle donne, Edizioni Spartaco, Santa Maria Capua Vetere, 2004, pag. 173.
Note al testo
26E. Goldman, Mary Wollstonecraft, la sua tragica vita e la sua lotta appassionata per la libertà, in M. Wollstonecraft, Tempo di rivoluzioni. Sui diritti degli uomini e delle donne, Edizioni Spartaco, Santa Maria Capua Vetere, 2004, pag. 173.
Note