La sollecitazione di Sergio Bologna 1Si rimanda qui all’intervento di Sergio Bologna su Il lungo autunno: il conflitto sociale degli anni Settanta tenuto il 7 giugno 2016 alla Casa della Cultura di Milano, nel quadro del ciclo di incontri a cura di Franco Amatori intitolato “L’approdo mancato” a rivedere il giudizio sugli anni settanta in Italia come periodo buio e negativo, periodo di gravi errori collettivi, di occasioni mancate, potrebbe essere utilmente raccolta per affrontare un ambito a cui la storia accademica (la “storia degli storici”) guarda superficialmente, quello dei manuali scolastici. Da quella sollecitazione origina la presente incursione tra i libri di testo per le scuole superiori, per capire come i volumi dedicati alla storia del Novecento abbiano trattato il decennio post-68 e i temi propri di quel periodo, e di quale memoria sono portatori.
Per la sua struttura produttiva e per il peculiare profilo del proprio mercato, l’editoria scolastica si presta bene alla nostra analisi. La maggior parte dei testi in commercio, infatti, non è il frutto di originali impostazioni di specialisti di didattica né di personali interpretazioni di storici di professione, peraltro raramente toccati dal dono della prosa divulgativa; è prodotto, invece, del lavoro – in gran parte “esterno” – di équipe redazionali che fanno capo ai maggiori gruppi editoriali, tre dei quali da soli (Pearson, Mondadori Education e Laterza) controllano il 55% dell’offerta nel segmento della storia per le superiori. Fatte salve le differenze nelle scelte grafico-espositive e la pletora di materiali sussidiari di cui sono variamente dotati, i libri di testo possono dunque efficacemente testimoniare quali siano le versioni prevalenti, i dati, le considerazioni, i bilanci da consegnare agli studenti sul tema degli anni settanta, tenendo conto che per gran parte delle famiglie italiane il manuale di storia rimarrà il primo e spesso il solo libro di storia che avranno a disposizione.2Secondo dati del 2010, la “saggistica storica” rappresenterebbe appena il 2,2% del mercato editoriale complessivo. Cfr. Roberto ROVEDA e Chiara VILLA, La storia d’Italia (mal) raccontata agli italiani, in «Limes», n° 2, mag. 2011. Roberto Roveda è co-autore di libri di testo di storia per le superiori pubblicati dal gruppo Pearson
Ancor più, visto il meccanismo “adozionale” su cui prospera l’editoria scolastica italiana, di cui i veri “clienti” non sono le famiglie acquirenti bensì gli insegnanti che adottano il libro di testo per le classi in cui insegnano, i libri di testo di storia rispecchiano le opinioni prevalenti in una popolazione professionale di docenti che occupa (o dovrebbe occupare) un ruolo chiave nella trasmissione della memoria collettiva. Non possiamo conoscere, purtroppo, la graduatoria delle vendite dei testi, poiché – nonostante l’adozione sia decisa dall’istituzione scolastica ma si traduca in acquisto obbligato per le famiglie degli studenti – i dati sulle quote di mercato per titolo non sono pubblici, anzi sono gelosamente riservati agli addetti ai lavori sotto l’attenta supervisione dell’Associazione Italiana Editori, che li raccoglie direttamente dalle scuole italiane.
Riportiamo qui, per dare almeno un ordine di grandezza quantitativo, alcuni dati tratti da fonti indirette e non aggiornati. La seguente classifica delle adozioni di storia nel triennio risale all’a.s. 2008-09, ed è stata ricavata da una tesi di dottorato sul tema. 3Vedi Milena ROMBI, La conoscenza della storia del Novecento in uscita dalla scuola secondaria di II grado.Un’indagine empirica su livelli di conoscenza ed esperienze didattiche degli studenti neo-diplomati dell’Università “Sapienza” di Roma, a.a. 2010-11, in seguito pubblicata con lo stesso titolo da Editrice Nuova Cultura, Roma, 2013, pp. 238.
Note