Laura Centemeri (CNRS/EHESS)
Gianni Beltrame, che ci ha lasciati il 10 gennaio 2023, è stato architetto e urbanista poliedrico che ha contribuito, attraverso i suoi interventi pubblici, l’attività di insegnamento universitario e il suo impegno professionale, a promuovere la necessità di una svolta ecologica nel pensiero e nelle pratiche della pianificazione. Laureatosi al Politecnico di Milano nel 1962, ha in seguito integrato il gruppo di professionisti della struttura tecnica del Centro Studi per la Pianificazione Intercomunale dell’Area Metropolitana di Milano (Centro Studi PIM), di cui fu direttore dal 1971 al 1988, facendone un luogo prezioso di innovazione e ricerca in ambito urbanistico. Tra i principali sostenitori della dimensione metropolitana dell’area milanese, è unanimemente considerato il “padre” del Parco Agricolo Sud Milano, instituito nel 1990 con la legge regionale n. 24/1990, successivamente sostituita dalla Legge regionale n. 16/2007. Il Parco agricolo Sud Milano è il più grande parco agricolo d’Europa, con un’estensione di 47.000 ettari, distribuiti su un totale di 60 comuni. Attualmente, sul suo territorio operano più di 900 imprese agricole.
L’idea di istituire un’area protetta nei territori a sud di Milano risale agli anni Sessanta, ma è negli anni Settanta e Ottanta che prende forma il progetto di far coesistere, attraverso un’idea innovativa di parco, le attività agricole, la tutela del paesaggio e della sua biodiversità e l’offerta di attività ricreative per le popolazioni urbane. Il parco fu anche pensato come argine all’espansione del mattone, alla speculazione via cementificazione, attraverso la creazione di una “falce di luna verde” – come la definì Beltrame stesso – fatta di terre ricche di acque, gestite attraverso un complesso sistema di fontanili, canali, rogge, traccia di una storica presenza agricola in queste aree . Beltrame gestì l’intero processo di istituzione del parco e ne fece un’occasione per dare corpo alla sua visione dell’agricoltura come un tassello fondamentale nella pianificazione ecologica del territorio e della città.
Nel volume curato con Luigi Airaldi, Pianificazione dell’ambiente e del paesaggio (1987), i suoi due interventi – “La pianificazione territoriale, l’ambiente e la svolta ecologica” (pp. 25-36) e “Suoli e aree agricole nella cultura della pianificazione” (pp. 39-72) – permettono di misurare l’importanza che nella sua visione della pianificazione aveva acquisito il “pensiero ecologico maturo”, quello che ragionava a partire dalla nozione di ecosistema e a partire dagli insegnamenti della termodinamica. L’ecologia imponeva, per Beltrame, una svolta radicale. La “rivoluzione copernicana” ecologica consisteva nella necessità di “invertire rapidamente la tendenza del nostro attuale modello di sfruttamento e uso delle risorse naturali ed energetiche, pena la stessa nostra possibilità di sopravvivenza come specie sull’ecosistema terra”. Era necessario “rivoluzionare (…) il rapporto uomo-natura, uomo-ambiente” e rivoluzionare una cultura della programmazione permeata “sin dall’origine dalla cultura della crescita” così come era necessario contrastare l’idea dell’urbanistica come “tecnica delle crescite urbane” (p.31). Beltrame invitava a ragionare non nei termini di “rendere ‘economiche’ le scelte ambientali (sussumendo ancora una volta la natura al mercato ed al profitto)” ma di “rendere ‘ecologiche’ le scelte economiche” (p.32). I suoi riferimenti erano Enzo Tiezzi, Laura Conti, Barry Commoner, Nicolas Georgescu-Roegen: da questa matrice di ecologismo scientifico discendeva la sua individuazione del “paradosso dei suoli agricoli, ovvero il fatto che la programmazione agricola pubblica (intesa nel suo complesso e nei suoi diversi livelli) ignora pressoché sistematicamente il suolo agricolo, ovvero l’aspetto primario del fattore produttivo terra” (p.56). Da questa anomalia discendeva la separazione istituzionale “che ancora esiste tra quella che potremmo definire la ‘sfera’ dei soggetti e delle competenze sugli ‘usi’ e sulle ‘destinazioni’ dei suoli – in sostanza la materia e la competenza in urbanistica – e la ‘sfera’ dei soggetti e delle competenze economico-finanziarie che operano per l’agricoltura” (p.57). Il “paradosso dei suoli agricoli” era cioè un paradosso “sistemico, in quanto derivante essenzialmente da una frattura (…) che è contemporaneamente istituzionale, operativa, strumentale” (p.57). Per Beltrame, la strada da seguire era allora quella di “mutare radicalmente le politiche economiche portandole verso una nuova centralità degli ecosistemi della risorsa produttiva terra; fare incontrare politiche e interventi pubblici urbanistici ed economici sul suolo” (p.58).
L’impegno di Gianni Beltrame a sostegno di una svolta ecologica come svolta di paradigma, come necessità di promuovere l’adozione di prospettive sistemiche e integrate, si tradusse, oltre che nella sua adesione a Legambiente di cui fu socio fondatore, anche nella sua partecipazione alla nascita di una “Università verde” a Milano. In un articolo che Renata Ingrao ha pubblicato nel 1985 sulla rivista Nuova Ecologia e riguardante le attività delle Università Verdi, Gianni Beltrame parla in questi termini dell’iniziativa milanese di cui fu tra i responsabili:
Ci siamo resi conto che la maggior parte dei docenti che insegnavano nelle università verdi erano di Milano. Così abbiamo avuto l’idea di importare l’iniziativa anche qui, ma con caratteristiche nuove e diverse (…) La chiave è l’interdisciplinarità. Stimolare un gruppo di scienziati e ricercatori in un progetto interdisciplinare volto a formare l’“ecologo ideale” di cui abbiamo tanto bisogno. (…) Nei prossimi anni avremo milioni di consulenti ecologici in Lombardia, perché ogni amministrazione, grande o piccola, si prepara a creare il proprio assessorato all’ambiente (…) prevediamo di incentrare i corsi non su singoli argomenti ma sullo studio di un ciclo naturale, ad esempio quello solare, o di un singolo ecosistema, attorno al quale convogliare le più diverse conoscenze (chimiche, biologiche, ingegneristiche, territoriali, ecc.), in uno sforzo interdisciplinare che gli insegnanti generalmente tendono a rifuggire[1].
Nella sua visione, l’Università Verde di Milano doveva fungere da centro di formazione tecnico-politico per amministratori, e non solo per attivisti, al fine di diffondere una cultura ecologica all’interno delle istituzioni. La cultura ecologica era qui intesa come capacità di applicare un’analisi interdisciplinare e, necessariamente, multisettoriale ai problemi di gestione e pianificazione del territorio, con un’attenzione alle condizioni biofisiche di riproduzione delle risorse, ma anche alle questioni sociali.
Negli ultimi anni, Gianni Beltrame aveva continuato a intervenire nei dibattiti sul divenire di Milano, portando il proprio contributo su tematiche da lui ben conosciute, come quella dei Navigli. Si era infatti pronunciato contro quelli che definiva “gli scoperchiatori facili”, ovvero i sostenitori del progetto di riapertura dei navigli dentro la città di Milano. Il progetto di riattivazione delle “vie d’acqua”, lanciato in occasione di Expo 2015 e ammantato di verde, aveva a suo avviso ben poco di ecologico.
Con Gianni Beltrame se ne va un altro pezzo importante della storia dell’ecologismo scientifico italiano, di cui è oggi più che mai importante non perdere l’eredità, valorizzandone l’attualità del metodo, dei temi e delle prospettive.
Bibliografia
Toti Celona, Gianni Beltrame, I Navigli milanesi, storia e prospettive, Milano, Pizzi editore, 1982
Luigi Airaldi e Gianni Beltrame (a cura di), Pianificazione dell’ambiente e del paesaggio, Franco Angeli, 1987.
Gianni Beltrame, Il parco agricolo sud Milano, Arienti & Maccarini, 2000.
Contributi disponibili in rete
Gianni Beltrame, Evoluzione del concetto di paesaggio e dei contenuti della pianificazione paesistica, Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Como, Como, 2009, http://www.italianostraeducazione.org/wp-content/uploads/2019/01/003_Beltrame_Evoluzione-del-concetto-di-paesaggio.pdf
Gianni Beltrame, Governo metropolitano: una questione aperta. Commento al libro curato da Vittorio Biondi, Città Bene Comune, 2017, https://www.casadellacultura.it/700/governo-metropolitano-una-questione-aperta
Interviste disponibili in rete
Gianni Beltrame racconta la storia del Parco agricolo Sud Milano in tre puntate, 2010:
Videointervista a Gianni Beltrame di Roberto Schena. A cura di “Esplorazione urbana” n. 43:
[1] La Nuova Ecologia, Anno VI, n. 19, ottobre 1985, pp. 12-13.