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Il dubbio è il loro prodotto. Steven Gilbert recensisce David Michaels.

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Recensione di Steven Gilbert a David Michaels, Doubt Is Their Product. How Industry’s Assault on Science Threatens Your Health, New York, Oxford University Press, 2008, pp. 327, comparsa in “Environ Health Perspectives”, maggio 2009.

Se avete poco tempo e siete alla ricerca di un piano per riformare il lavoro dei tribunali e il sistema di tutela della salute pubblica, iniziate a leggere gli ultimi due capitoli di Doubt Is Their Product di David Michaels, vi forniranno i concetti base di ciò che possiamo fare oggi per intervenire in difesa della salute pubblica nei luoghi di lavoro e di vita. Poi tornate all’inizio e leggete l’intero libro.

Doubt Is Their Product svela i modi e le strategie attraverso cui gli interessi industriali e commerciali sfruttano i procedimenti scientifici e normativi per evitare di dover affrontare i molti problemi di sicurezza occupazionale e ambientale globali contemporanei. Parte del processo scientifico è esplorare e descrivere l’incertezza che è parte di ogni sforzo di conoscenza scientifica. È insita nella natura stessa della ricerca scientifica la necessità di cercare risposte per trovarsi poi a dover affrontare le domande successiva. Tuttavia, invece di accettare il processo di scoperta scientifica, quando questa svela il rischio e la pericolosità legati all’uso di una certa sostanza o di un dispositivo, gli interessi commerciali si attivano e premono per far esplorare ogni minima incertezza legata a questa scoperta, evitando o almeno ritardando ogni decisione politica per vietare o limitare l’uso di sostanze o dispositivi sospettati di nocività, esigendo la certezza delle prove piuttosto che la messa in atto di precauzioni – infatti, producono molta più incertezza che conoscenza. Come risultato, le decisioni di tutela di salute e ambiente non vengono prese o sono rimandate; le politiche di controllo non vengono sviluppate e i problemi ambientali e sanitari non vengono affrontati.

Gli esempi storici che Michaels illustra sono tanto convincenti quanto frustranti: perché devono sempre verificarsi così tante malattie e morti prima che si agisca? Michaels sottolinea per esempio che le conseguenze sulla salute dell’esposizione all’amianto sono state riconosciute per la prima volta alla fine del 1800. Inoltre, poco dopo lo sviluppo dei coloranti sintetici nella metà del 1800, fu presto evidente che fra i lavoratori dell’industria dei coloranti si sviluppava il tumore alla vescica. Le conseguenze per la salute dell’esposizione al piombo sono note da più di 2000 anni, e tuttavia mentre l’Europa ha vietato le vernici a base di piombo già negli anni ‘20 del ‘900, gli Stati Uniti, nonostante le prove scientifiche, non hanno mai regolato l’uso di vernici a base di piombo fino al 1978. Non erano le prove scientifiche a mancare, ma piuttosto la volontà pubblica e politica. Per molteplici casi, Michaels documenta come le industrie si siano fatte carico di confondere e ingannare il pubblico e i funzionari pubblici responsabili delle decisioni giuridiche e amministrative, fornendo inoltre un affascinante resoconto di alcune delle persone e dei gruppi di consulenza che le aziende hanno finanziato specificamente per ritardare o complicare il processo decisionale.

Michaels descrive gli sforzi dell’industria del tabacco per censurare le prove scientifiche degli effetti negativi dei loro prodotti sulla salute, mentre aumentano le vendite manipolando i livelli di nicotina e facendo pubblicità verso i giovani. (Il titolo del libro deriva da una nota interna dell’industria del tabacco che descrive come il dubbio possa essere insinuato e usato per contrastare le evidenze scientifiche). Le conseguenze e il costo finale degli effetti nocivi sulla salute del consumo di tabacco, come il cancro e le malattie cardiovascolari, sono a carico degli individui colpiti e dei sistemi di sanità pubblica in generale. L’industria del tabacco ha speso milioni di dollari non per fare ricerche che ne dimostrassero l’innocuità, ma solo per enfatizzare l’incertezza dei risultati scientifici che dimostravano la pericolosità del fumo di sigaretta con l’obiettivo esplicito di rallentare il riconoscimento pubblico che l’uso del tabacco è un disastro per la salute pubblica e individuale.

Michaels offre uno sguardo da insider e fornisce anche molti riferimenti bibliografici e storici a sostegno della sua presa di posizione. Come assistente segretario all’energia per l’ambiente, la sicurezza e la salute nel Dipartimento dell’Energia durante l’amministrazione Clinton, ha lavorato per far emergere la pericolosità di esposizione dei lavoratori impiegati nell’industria delle armi nucleari e riconoscere i conseguenti problemi di salute. Ha affrontato la sfida di dover definire un sistema di compensazione – ritenuto equo negli USA, ma illegale nell’UE – che riconoscesse il danno subito da lavoratori che sacrificano la propria salute per il lavoro e la sicurezza nazionale. Queste esperienze hanno tenuto accese la passione e le motivazioni per la stesura di questo testo.

Un tema di fondo del lavoro di Michaels è che il sistema capitalista, così come è messo pratica attualmente, dà priorità ai profitti a breve termine e all’aumento dei rendimenti finanziari per gli investitori a discapito della salute pubblica e ambientale. Le imprese sono guidate da due priorità primarie: aumentare le entrate costruendo e vendendo più prodotti, e massimizzare i profitti esternalizzando i costi a carico di altre entità, che sovente sono il settore pubblico o i lavoratori stessi. Il pubblico, infatti, paga i costi delle malattie e dell’inquinamento che colpiscono i lavoratori e l’ambiente; i profitti immediati delle imprese sono valutati prioritari rispetto alla salute dei lavoratori, delle popolazioni o dell’ambiente.

Michaels fa notare che quando l’industria spinge per un approfondimento scientifico, di fronte a un’incertezza anche minima sul rischio per la collettività, sovente lo fa solo per ostacolare – o rinviare – la difesa della salute pubblica e ambientale. Per affrontare questo problema occorre una maggiore trasparenza per quanto riguarda le decisioni legali, gli accordi, e la raccolta di dati e informazioni fondamentali sugli effetti sulla salute delle sostanze chimiche e di altri agenti nocivi. Un altro tema primario è la necessità di trasparenza sulle fonti di finanziamento della ricerca scientifica e sul conflitto di interessi degli autori degli studi.

Una più diretta applicazione del principio di precauzione e l’accettazione di prove sufficienti per l’accertamento di un rischio di esposizione – anche quando la dimostrazione non è assoluta – costituiscono un modo possibile di accelerazione del processo decisionale per la protezione della salute umana e dell’ambiente. Le informazioni raccolte in Doubt is their product costituiscono un insieme di argomentazioni solide per rafforzare le nostre responsabilità etiche e spingere per la tutela dell’ambiente e della salute delle popolazioni, anche quando ciò richiede nuove regolamentazioni e un aumento dei costi. Dopo tutto, ci sembra giusto che spetti a coloro che ne traggono profitto il riconoscimento della responsabilità dei costi effettivi dei loro prodotti.

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