Chiudiamo questo numero, mentre non si è ancora spenta l’eco dell’incontro tra Trump e Putin, presso la base militare di Anchorage in Alaska, che segna indubbiamente una tappa storica per la ricomposizione delle relazioni tra Washington e Mosca azzerate dai predecessori democratici alla Casa Bianca, fino alla minaccia, anche solo evocata dall’una e dall’altra parte, della bomba. L’opinione pubblica in Italia e in Europa sembra aver reagito con diffidenza, dettata da una oggettiva difficoltà di comprensione delle dinamiche che tre anni e mezzo dopo l’invasione russa e l’avvio della guerra in Ucraina, con più di un milione di morti stimati, hanno portato a un accordo esclusivo fra il peggior nemico di Unione Europa e Ucraina (e della Nato) e il loro principale alleato. Questo accade mentre più in sordina continuano guerre atroci come in Sudan, Yemen, Myanmar, ed è invece ogni giorno più esplicita la pulizia etnica di Gaza, alimentata da un conflitto asimmetrico a cui nessuna forza internazionale sembra in grado di porre ostacoli, con buona pace di trattati e istituzioni diplomatiche faticosamente realizzati nell’ultimo secolo.
Ebbene i primi saggi di questo numero, con la profondità storica che ci caratterizza, forse possono aiutare a capire di più che cosa sta accadendo. Il primo di Marino Ruzzenenti mette a fuoco criticamente l’involuzione guerrafondaia e militarista dell’attuale leadership liberale e socialdemocratica dell’Unione Europea confrontandola con la Piattaforma di Helsinki di 50 anni fa, quando l’Ovest e l’Est dell’Europa, nonostante la guerra fredda, si univano in un progetto comune di pace e cooperazione. Enzo Ferrara affronta il tema cruciale sul ruolo e il potere della scienza e della tecnologia nella guerra postmoderna, quella che, dopo le bombe di 80 anni fa sganciate sul Giappone, ha la capacità di annientare la vita umana sul Pianeta (tema che riprende in un saggio dedicato specificatamente all’era nucleare, inserito nella sezione eventi). Ai risvolti enormemente distruttivi per l’ambiente delle guerre moderne è dedicato un estratto, da noi tradotto, di un saggio del 2020 di Daniel Headrick (Humans Versus Nature. A Global Environmental History, Oxford University Press, 2020)
Inoltre un lungo saggio di Marino Ruzzenenti discute il tema controverso della “fine” dell’Occidente, inteso come progetto di dominio militare, economico, politico e culturale del mondo, avviato oltre 500 anni fa, estremizzato nei decenni recenti dal programma Neocon dell’unum imperium del Nuovo secolo americano, adottato in particolare dai democratici Usa con la “terza guerra mondiale a pezzi”. La fotografia della stretta di mano offerta da Trump a Putin in Alaska potrebbe significare, forse, la fine di un ciclo storico durato mezzo millennio e aprire un futuro con equilibri geopolitici tutti da interpretare.
Sempre nella sezione Saggi, Luigi Piccioni affronta criticamente la politica ecologica delle “destre estreme”, salite recentemente alla ribalta in Occidente, concludendo le sue precedenti letture sul tema. Danilo Selvaggi discute il lascito teorico di Bruno Latour sulla questione controversa del rapporto tra cultura e natura. Alberto Berton ripercorre la storia originaria (1863-1930) di sviluppo delle catene dei supermercati, che ha rivoluzionato produzione e consumo del sistema agro-alimentare. Infine, Fabrizio Denunzio riprende un tema che ci è caro, quello del lato ecologico del pensiero di Marx dai Manoscritti al Capitale, evidenziando in particolare l’attualità dell’Enquête ouvrière.
Nella sezione Eventi pubblicizziamo: un’importante iniziativa di formazione per gli insegnanti sull’educazione ambientale, promossa dalla Fondazione Luigi Micheletti e dalla Società Italiana di Storia dell’Ambiente (Sisam); un curioso e originale convegno nazionale di micologia, Micocosmo, a Capo di Ponte (BS); la Scuola di Fornara sulla montagna che cambia, che quest’anno si occupa di Lavoro, diritti e territori fragili; il Convegno Il bisogno e il non detto sul nucleare tenutosi a Torino a cura del Centro Studi Sereno Regis.
Nella sezione Persone, ricordiamo anzitutto Sante Violante, pioniere dimenticato della storia ambientale in Italia, a 100 anni dalla nascita e a 20 dalla morte, e due grandi personaggi che ci hanno lasciato nel corso di quest’anno, Fulco Pratesi e il caro “maestro senza cattedra” e amico Goffredo Fofi.
Oltre a due saggi di Sante Violante e a un saggio di Max Born sui voli spaziali, nella sezione Documenti merita di essere segnalata l’iniziativa del “Corriere della Sera” del 7 aprile 1973: Per salvare l’ambiente 80 proposte, che arricchisce ulteriormente il nostro archivio di quella magica stagione della “primavera ecologica”.

